Referendum costituzionale: l’Italia del No trionfa, Renzi si dimette
La riforma costituzionale Renzi-Boschi non è stata accolta dagli italiani che, in più di 19 milioni, si sono espressi contrari ai cambiamenti proposti.
Il 4 dicembre gli italiani si sono espressi in modo chiaro sulla riforma costituzionale promossa da Matteo Renzi: il 59,1% ha votato NO mentre il 40,9% avrebbe accolto la riforma.
La partecipazione è stata davvero alta con un affluenza del 65,5%. Il referendum è stato quindi capace di mobilitare gli italiani e, come afferma il presidente Renzi nel suo discorso ufficiale a Palazzo Chigi, “di avvicinare gli italiani alla carta costituzionale”.
A livello regionale il No ha spopolato in Sardegna, Sicilia, Puglia e Campania mentre il Sì ha vinto in Trentino Alto Adige, Emilia Romagna e Toscana.
Nelle sezioni estere si è registrata infatti un’affluenza del 33,70%. Gli iscritti all’A.I.R.E. hanno potuto votare per corrispondenza fino al 1 dicembre 2016.
In generale gli italiani all’estero avrebbero accettato la riforma: il 62,42% degli iscritti all’A.I.R.E. per la sezione Europa ha votato Sì ed il 37,58% No.
Il 62,42% degli italiani che vivono in America del Nord hanno votato Sì, così hanno fatto il 71,93% in America del Sud e il 59,68% degli italiani presenti nelle restanti sezioni (Africa, Asia, Oceania).
Il rifiuto della riforma ha portato, come primissima conseguenza, alle dimissioni di Matteo Renzi che, con un discorso a Palazzo Chigi, si congratula con gli italiani per aver partecipato così numerosi al referendum e lascia al fronte del No “oneri ed onori”.
“Il mio governo finisce qui, afferma Renzi, domani pomeriggio riunirò il consiglio dei ministri e poi salirò al Quirinale per consegnare al presidente della Repubblica le dimissioni”.
Con la bocciatura della proposta di cambiamento Renzi-Boschi si apre un nuovo panorma nella politica del Paese. Infatti il grande cambiamento non avverrà a livello costituzionale bensì a livello politico: il referendum ha permesso agli italiani di esprimersi anche sul governo e di rimescolare le carte in gioco aprendo nuovi orizzonti.